CMT Moisture Meter

C’è una cosa del legno che chi lo lavora ha imparato a proprie spese: non è un materiale inerte. Nel tempo può cambiare di volume ritirandosi o espandendosi, anche in modo evidente. Un buon progetto deve per questo integrare soluzioni che rendano i movimenti poco influenti e l’artigiano evitare che questi avvengano durante la costruzione. Un materiale che si deforma o cambia dimensione mentre lo si lavora non è qualcosa di piacevole, fa perdere tempo per le rettifiche e costringe ad aggiornare in difetto le misure di progetto. Considerato che l’instabilità dipende dalla natura igroscopica (di materiale capace di assorbire umidità dall’aria) del legno, prima d’iniziare a lavorarlo bisogna assicurarsi che abbia un contenuto di umidità il più possibile in equilibrio con le condizioni climatiche (principalmente l’umidità relativa) del laboratorio. Da qui le ben note raccomandazioni di lasciare acclimatare il legno all’ambiente prima di utilizzarlo. Tanti falegnami procedono d’esperienza per stimare il tempo necessario a raggiungere quella condizione, ma l’esperienza, si sa, contempla gli errori, e sbagliare, con i prezzi che corrono per il nostro amato materiale, non è indolore. Per chi l’esperienza non la ha (o per chi ce l’ha ma prende il materiale da fonti incerte) è possibile tutelarsi con l’acquisto di un misuratore di umidità. Senza spendere cifre iperboliche per un apparecchio professionale, se ne può prendere uno da poche decine di euro, come quello CMT di questa recensione.