di
Paolo Frattari
Scultura, intaglio e intarsio
Curve che si perdono e si ritrovano
La sedia è l’elemento d’arredo dove più si focalizza l’attenzione dei designer, ne esistono un numero impressionante di modelli e si continua incessantemente ad inventarne altri. Un pozzo che non conosce fine. L’idea di trovare il progetto che fonda squisitamente eleganza, solidità, ergonomia, innovazione e perché no: lavorazione manuale, stimola le menti più disparate. Anch’io faccio parte di questa forsennata schiera e con vivo piacere, ogni tanto, presento le mie invenzioni in questa rivista.
L’idea della sedia in questione nasce in un viaggio in treno, quei treni che impiegano interi pomeriggi per attraversare una regione, che hanno il potere di fermare il tempo, di dondolarci e di mostrarci quanto veloci e mutevoli siano le immagini che passano dal finestrino. In questi viaggi non mi muovo solo fisicamente ma anche con la mente: penso ai progetti che mi aspettano, senza ordini prestabiliti o indagini particolari su preesistenti modelli (non so ancora se questa nuova sedia sia originale o una copia di qualcosa già visto) mi viene naturale abbandonarmi totalmente, fluttuare nella follia e associare sovente cose distanti tra loro.
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