di
Paolo Frattari
Scultura, intaglio e intarsio
Un altro modo di ricordare gli alberi
Il comune dove risiedo ha recentemente imboccato un’encomiabile strada per riqualificare il suo territorio. Insieme a un’associazione culturale e ad alcune personalità locali, ha iniziato a trasformare la città in “Città dell’arte” inserendo nel tessuto urbano sculture, murales, panchine artistiche e dando vita a iniziative culturali d’ogni genere. Non molto tempo fa ho ricevuto da questa amministrazione l’incarico di trasformare in sculture alcuni tronchi di pino domestico, abbattuti per motivi di sicurezza o per varie malattie sopravvenute, che andranno a rivalutare delle aree urbane adibite principalmente al gioco dei bambini. Quella che mi appresto a mostrare e descrivere è una grande mano ricavata dalla parte basale di un tronco rimasta attaccata al suolo, fa parte di un progetto più ampio che si completa con altre due mani poste ai lati a circa 10 metri di distanza. L’abbattimento di questi tre pini più altri due posti nelle vicinanze ha suscitato del malcontento in alcune fasce della popolazione; ho cercato e voluto con queste tre mani ricordare il luogo dov’erano, lasciare un segno della loro grandezza e mostrare che una vita può continuare in altro modo. L’albero era molto grande, 90 cm circa di diametro, è stato tagliato a 80 cm circa dal terreno e in queste misure ho fatto rientrare la mano; per sfruttarle al massimo ho posto il dito indice e medio a lambire la base della troncatura, pollice e mignolo due lati e, pollice e nocca del medio gli altri due.
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