di
Francesca Di Croce
Design e Architettura
Enzo Mari
Enzo Mari è un po’ come lo zio ricco dei film americani che muore lasciando un’eredità inaspettata che cambia la vita del protagonista. Il grande designer milanese, considerato uno dei maggiori teorici del design in Italia e nel mondo, è venuto a mancare l’ottobre di quest’anno e l’eredità che ci ha lasciato è grande, anche se lo abbiamo scoperto con qualche anno di ritardo. In questa rubrica e un po’ in tutta la rivista si fa riferimento in maniera più o meno diretta al concetto di maker o di designer artigiano che progetta e costruisce da sé i propri mobili, arredi e oggetti vari. Se oggi parliamo di autoproduzione e se esistono i maker lo dobbiamo anche a Mari. Il movimento dei maker ha avuto inizio qualche anno fa con l’avvento di quella che alcuni chiamano la terza rivoluzione digitale. La prima che coincide con la nascita di internet, la seconda che risale agli anni ‘90, quando è nato il web 2.0 che ha reso l’internet un luogo più vivo grazie all’UGC (user generated content) ovvero ai contenuti generati dagli utenti dotando la rete di quei valori fondamentali, come libertà, democrazia, collaborazione e condivisione, che rendono tale rivoluzione così importante e dall’impatto così decisivo.