di
Redazione
Attrezzatura elettrica
La Toupie
Associare la toupie al pericolo è come fare uno più uno. La fama di questa macchina è legata ad episodi più o meno gravi che costellano la narrativa della falegnameria. Ma se ci soffermiamo sui particolari, le condizioni ambientali, nonché il periodo storico in cui si sono verificati gli incidenti, tutto risulta più chiaro e forse meno spaventoso di quanto non sembri. Dal secondo dopoguerra l’Europa da ricostruire ha visto crescere le attività artigia- nali; con il boom economico è aumentata enormemente la domanda di manufatti e, mentre la produzione incalzava, lo stesso non si può dire della normativa sulla sicurezza del lavoro. Fino a soli trenta anni fa lavorare con una toupie dotata dei cosidetti ferri a schiaffo era del tutto normale. Si trattava di frese autocostruite, sovente ricavate da balestre di camion, che venivano fissate in alberi con una finestra trasversale aventi come unico sistema di ritegno della lama un bullone calante dall’alto. Questi alberi potevano essere equipaggiati con uno o due ferri aventi il medesimo profilo, spesso molto aggettanti, ed era normale che di tanto in tanto si spezzassero (erano temprati a mano) e volassero via attraversando letteralmente ogni ostacolo incontrassero. Ovviamente in breve tempo hanno fatto la loro comparsa delle teste portalame concettualmente simili a quelle che conosciamo oggi ma a vederle è chiaro come la sicurezza dell’operatore non fosse un parametro progettuale dei più importanti.
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