Siamo ormai alla quarta edizione del contest internazionale di design di Legno Lab e l'ingranaggio sta lentamente ricominciando a muoversi. L'idea di partenza, nata in un pomeriggio di metà autunno davanti ad un bar nel centro di Roma, era quella di coinvolgere i giovani e, implicitamente, "svecchiare" l'idea che molti di essi hanno della falegnameria. Qualsiasi proposta doveva dunque nascere già in un contesto di per se innovativo e il design ci è sembrato da subito un buon punto di partenza. Oltretutto, ma l'avremmo scoperto solo in seguito, in Italia sono presenti numerose Facoltà Universitarie che ogni anno sfornano centinaia di laureati le cui interessanti proposte spesso non vedono la luce. Senza contare poi i numerosi professionisti che alla routine del lavoro quotidiano contrappongono una vita segreta di designers e progettisti. Il pubblico quindi c'era! Soddisfatti di questa prima trovata abbiamo ordinato una seconda birra; era più che necessaria perché ci trovavamo di fronte ad un compito piuttosto arduo. Dovevamo infatti scegliere il premio da erogare e di sicuro non avevamo nessuna intenzione di cadere nel banale. Solitamente in questi casi i vincitori vedono pubblicati i loro progetti, anche se mai giunti alla fase esecutiva, oppure ricevono un premio in denaro; una somma più che degna per pagarsi una breve vacanza ma del tutto insufficiente a pagarsi la realizzazione di un prototipo.
[caption id="attachment_20916" align="aligncenter" width="640"] Già dal primo giorno i vincitori del concorso sono coinvolti nella preparazione del materiale. Dalle fasi di sgrossatura a quelle finali per la realizzazione di incastri e lavorazioni particolari.[/caption]
[caption id="attachment_20903" align="aligncenter" width="640"] Il laboratorio è attrezzato con macchine di tipo tradizionale e numerosi dispositivi autocostruiti che rendono possibili numerose lavorazioni fuori standard.[/caption]
Prototipo! Appena pronunciata questa parola i nostri occhi si sono illuminati di colpo. Ci siamo rivisti, giovani falegnami, in cerca di maestri, attrezzature e consigli per dare vita alle nostre pagine piene di schizzi. Da lì a decidere quale fosse il premio del contest è stato un attimo: avremmo ospitato i vincitori nel nostro laboratorio per accompagnarli in un percorso unico. In pratica abbiamo deciso di fare un tuffo indietro nel tempo. A quel periodo in cui molti artigiani, sopratutto in area milanese, misero la loro esperienza a disposizione dei padri del design italiano. Quando nascevano i laboratori di prototipazione come quello di Giovanni sacchi o Pierluigi Ghianda. Erano i tempi del boom economico e le macchine a controllo numerico e le stampanti 3D non esistevano ancora. Tutto il processo era curato dagli artigiani e dalla loro sapiente interazione con i macchinari tradizionali e gli strumenti manuali.
[caption id="attachment_20901" align="aligncenter" width="640"] In tutte le passate edizioni di Redesign siamo sempre riusciti a far fronte alle difficoltà. Anche eseguendo lavorazioni particolari per cui normalmente si ricorre a macchine a controllo numerico.[/caption]
[caption id="attachment_20904" align="aligncenter" width="640"] Gli strumenti manuali sono forse il miglior modo per approcciare al legno e conoscere l'intima essenza di questo materiale. Nei nostri workshop l'uso di utensili in cui la sensibilità dell'operatore conta sopra ogni cosa è da sempre privilegiato.[/caption]
Mentre discutevamo dei possibili scenari e sviluppi eravamo euforici. Ad un certo punto però, forse perché la birra era finita, o perché col tramonto autunnale l'aria rinfresca, i nostri entusiasmi vennero scalzati dai dubbi. "Ha ancora senso nel XXI Secolo parlare di prototipi e lavorazioni tradizionali? Ci sarà ancora gente interessata a sporcarsi le mani?" Per fortuna si era fatto tardi e quei timori non hanno fatto in tempo a consolidarsi. Il giorno successivo eravamo già al lavoro per contattare le principali scuole di design, formare la giuria e stilare il regolamento. Ad inizio anno, prima dell'avvio del secondo semestre, il nostro concorso era già lanciato. Rimanemmo un poco stupiti dell'accoglienza che ci riservarono istituti prestigiosi come l'ISIA, lo IED e il QUASAR. Evidentemente il nostro progetto di trasferire i progettisti dal loro desktop ad un ambiente di lavoro aveva colto nel segno. Gli allievi stessi ci confermarono che l'iniziativa di Legno Lab colmava una lacuna dei loro corsi formativi, in cui le ore di teoria superavano in larghissima misura quelle di pratica.
[caption id="attachment_20896" align="aligncenter" width="640"] Gli studenti delle Facoltà Universitarie sono sempre i benvenuti. Presentare un concorso nel luogo dove avverrà effettivamente la realizzazione del prototipo è sempre stimolante. E non solo per i partecipanti in gara![/caption]
L'ultima rassicurazione ci è arrivata dalle aziende. Fin da subito il concorso ha destato un grande interesse e nel corso degli anni abbiamo avuto importanti Partner come SCM, Bosch e Festool. Nacque in quel periodo anche una tradizione che si celebra proprio in questi giorni: i workshop di presentazione del concorso agli studenti delle scuole. Molti docenti infatti inseriscono la partecipazione a Redesign Your Future nei loro programmi e noi apriamo le porte della Scuola del Legno di Viterbo per illustrare il tema del concorso ai ragazzi. Nel corso del workshop rispondiamo alle mille domande dei futuri designers e facciamo esperimenti e dimostrazioni. E' una grande soddisfazione vedere come, di anno in anno, aumentino i partecipanti a questi eventi così come il livello dei progetti presentati alla nostra giuria. Il tutto nell'attesa di sapere chi sarà il prossimo vincitore.
[caption id="attachment_20898" align="aligncenter" width="640"] Tutti i nostri workshop prevedono dimostrazioni pratiche delle infinite possibilità offerte dal legno e dalle attrezzature del nostro laboratorio.[/caption]
[caption id="attachment_20900" align="aligncenter" width="640"] Ritratto di docente su sedia di Enzo Mari. Questa immagine in cui Alessandro Gorla, designer e docente presso il QUASAR, sorride rilassato durante il workshop di presentazione del concorso, ben rappresenta il clima conviviale e stimolante delle nostre attività.[/caption]
A questo punto riteniamo più che legittimo, per chi è arrivato a leggere fin qui, sapere cosa accade quando realizziamo i prototipi, ovvero quando, dopo ferragosto, accogliamo in vincitori in laboratorio. In genere l'incertezza dovuta alla nuova conoscenza dura solo per i primi minuti e subito ci tuffiamo nel progetto per tirare fuori i piani esecutivi. Già al momento dell'acquisto del legno tutte le barriere sono cadute e si genera un clima misto tra gioco, impegno e fatica. C'è un incredibile livello di collaborazione e non è raro che i premiati (si lavora su due progetti contemporaneamente) si scambino consigli e si diano una mano vicendevolmente.
[caption id="attachment_20905" align="aligncenter" width="576"] Dal legno al progetto finale. Il tempo per rilassarsi è poco ma il divertimento non manca![/caption]
Tutti i problemi vengono analizzati approfonditamente; da una parte i designer che estrapolano dati dai loro computer, dall'altra i redattori di Legno Lab che testano materiali e lavorazioni. Nel frattempo fotografie, reportage, pizza e caffè. L'atmosfera è fattiva e rilassata insieme e accade spesso che si lavori per dieci ore di fila senza avvertire la fatica. Alla sera però c'è sempre il tempo per una birra o un aperitivo in uno dei numerosi locali della città. E quando alla fine anche l'ultimo pezzo è stato levigato, l'ultima mano di vernice è stata passata, ci fermiamo a vedere il risultato delle nostre fatiche prima di salutarci. In quel momento però non c'è mai tristezza ma anzi prevalgono la gioia e la soddisfazione di aver compiuto una piccola impresa. E se non ci credete guardate qua, oppure venite a trovarci di persona, seguiteci su questo blog e sulla nostra pagina Facebook per essere sempre aggiornati!
[caption id="attachment_20909" align="aligncenter" width="640"] ADUS DESIGN Due dei giovani vincitori dell'edizione 2017. Vi sembrano felici?[/caption]