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09/03/2018

Raddrizzare una tavola curva con una sverza

Può capitare spesso di trovarsi di fronte a una tavola curva, sia nei nuovi lavori che nei restauri. Nel secondo caso sono chiaramente bandite pialle e carta vetrata, ma anche nel primo può convenire agire, almeno inizialmente, in un altro modo. Il metodo che proponiamo in questo breve articolo serve a raddrizzare il pezzo con l'aiuto di una sverza. Benché permetta di ridurre drasticamente il lavoro di rettifica della tavola nuova, salvaguardandone lo spessore, ha un risvolto negativo che non lo rende adatto a tutte le situazioni. La procedura infatti assegna un verso al piano, negando di fatto la possibilità di fare una scelta diversa sulla faccia da mettere in vista o di farne uso in taluni restauri. Le immagini che seguono si riferiscono alla lavorazione del piano in asse unica fatto vedere nell'interno dell'articolo  Resina e legno pubblicato nel numero 103 di Legno Lab. Con il termine sverza si intende normalmente qualsiasi scheggia di legno usata per chiudere una fessura. Per questa procedura invece la sverza ha una sezione a V, quindi cuneiforme, che serve a divaricare i lembi della scanalatura praticata nella tavola da raddrizzare. Per fare un buon lavoro bisogna che la sverza porti la tavola ad essere piana quando raggiunge il fondo della scanalatura, così da non lasciare antiestetici vuoti. Allo stesso modo non deve lasciare aria lateralmente, dunque l’angolo al vertice e lo spessore della sverza devono essere quelli corretti. Ecco come si procede nel lavoro: si attraversa la faccia concava della tavola con un taglio a profondità parziale centrato rispetto alla gobba, usando la squadratrice o la circolare portatile. Nel primo caso alla tavola va avvitata una base che serve per avere un riferimento da poggiare contro la guida del carro, nel secondo invece va posizionato un binario di guida o un regolo per impostare la traiettoria della circolare. Si procede quindi con il taglio, che deve interessare almeno il 50% dello spessore della tavola, poi si passa a preparare la sverza.   Per sapere di quanto inclinare le pareti laterali della sverza si può procedere per via empirica, inserendo nel taglio alcuni cunei di prova con angolo diverso fino a trovare il valore giusto, oppure si può eseguire un rilievo approssimativo della tavola con un inclinometro digitale per avere un valore di partenza che aiuti a ridurre il numero delle prove. In questo caso bisogna considerare che, rispetto al rilievo, la sverza dovrà avere un angolo al vertice doppio. Il modo più sicuro di lavorare la sverza è usare la pialla a spessore. Partendo da un listello di spessore due o tre volte quello del taglio, lungo poco più e di altezza almeno doppia, lo si spessora da una parte in modo che passi sul piano della macchina con l’angolo di riferimento ottenuto in precedenza. Per rendere più spedito il lavoro si lavora soltanto una faccia della tavoletta e si produce in questo modo un pezzo con sezione a forma di trapezio rettangolo.    Quando lo spessore del vertice si approssima all’ampiezza del taglio si prova l’inserimento nella tavola, quindi si continua con passate alla pialla più leggere fino a quando si ha la ragionevole certezza che battendo la sverza nella scanalatura se ne possa raggiungere il fondo. A quel punto si rettifica il vertice con un pialletto per ripristinare il parallelismo con il fondo stesso della scanalatura. Una volta battuta la sverza in posizione si verifica la planarità della tavola e, se tutto corrisponde, si taglia l’eccesso esterno con la sega a mano e si rifinisce il lavoro con un pialletto.   Altrimenti si torna ad estrarre la sverza e si apportano le correzioni del caso fino a ottenere il risultato. La tendenza del legno a ritornare alla sua forma originaria terrà saldamente imprigionato l’elemento al suo interno rendendo superfluo qualsiasi incollaggio.    

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