di
Paolo Frattari
Arredo cucina
La semplicità giapponese per una cucina
Un’amica mi ha chiesto di fare una cucina per una casa che solitamente affitta che avesse le seguenti caratteristiche: semplice, veloce, economica.
Una sensazione che emerge in questi periodi più intensi dei precedenti è che si tenta di fare a meno dei prodotti seriali, sia per il costo lievitato in modo consistente che per la loro immediata riconoscibilità che rende l’oggetto e, con lui il proprietario, trasparente. Tutto questo però avviene solo se il costo rientra in un margine accettabile e naturalmente l’oggetto risulti originale. Semplice, veloce, economico; a questi si aggiunge per quanto appena asserito, originale e naturalmente cosa sottintesa ma sempre presente, ”ben fatto”. Sono cinque punti che equivalgono a cinque macigni, cinque montagne da scalare, infiniti viaggi attorno al già visto e altrettanti verso il possibile, un lungo percorso all’interno della tecnica e tutto, tutto rapportato al costo, ultima infernale e stretta porta da oltrepassare.
Per questa cucina mi sono lasciato attrarre dalla semplicità giapponese, linee pulite rigorosamente ortogonali con una simmetria che regola dal basso ogni scelta. Lasciando tutto a vista senza sportelli o cassetti emerge una struttura veloce e leggera.
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