di
Giacomo Malaspina
Attrezzatura manuale
Restauro e ripristino delle seghe occidentali
Sebbene le seghe giapponesi la facciano (quasi) da padrone sul mercato dedicato ad hobbisti e appassionati, le classiche, vecchie seghe europee hanno sempre il loro fascino che non solo è dovuto a fattori estetici ma anche tecnici. Le comode impugnature, unitamente alla generosa costola di rinforzo ne fanno degli strumenti eccezionali, soprattutto nei tagli lungo vena. Le loro lame, generalmente più spesse di quelle giapponesi tollerano molto bene i maltrattamenti e possono essere impiegate per “forzare” l’andamento di un taglio anche se la traiettoria di partenza non è perfetta. L’amara contropartita, per chi si accinge ad acquistare prodotti nuovi, sta nel costo che può essere anche dieci volte superiore rispetto alle seghe giapponesi di prima fascia. Questo perché nella maggior parte dei casi provengono da piccoli produttori che per rimanere sul mercato hanno dovuto puntare sulla qualità. Anche i modelli più industriali, ad esempio la Veritas, che vantava un insuperabile rapporto qualità-costo, ha dovuto ultimamente quasi raddoppiare i prezzi per via degli aumenti dei costi industriali generati da epidemie, guerre, carestie e altre congiunture astrali. Come fare dunque per dotarsi di un buon set di seghe occidentali? La risposta sta nel mercato dell’usato.
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